Nel corso dei secoli sono state messe a punto moltissime invenzioni, strumenti e oggetti che si sono rivelati preziosi alleati per chi lavorava nelle cucine domestiche o professionali; ma ce ne sono alcuni, come i dieci che vi proponiamo di seguito, che hanno rivoluzionato la storia della cucina.
Le pentole
Per noi sono oggetti familiari e indispensabili, ma le pentole non sono sempre esistite. Se si escludono gli attrezzi rudimentali degli uomini primitivi, possiamo far risalire le prime pentole della storia al periodo neolitico, quando con il bronzo si iniziarono a fabbricare dei contenitori per la cottura dei cibi. Il bronzo venne poi sostituito dal ferro e successivamente dal rame in epoca rinascimentale. Con la rivoluzione industriale, grazie al progresso tecnologico, le pentole cominciano ad assumere le forme e l’aspetto moderni, come quelle che utilizziamo oggi. Si possono sicuramente annoverare tra le invenzioni forse più scontate ma sicuramente più utili per cucinare.
La pentola a pressione
Tra tutte le invenzioni riguardanti le pentole, la più “tecnologica” è senz’altro la pentola a pressione, l’unica che permette di cuocere il cibo in poco tempo, mantenendone sapori e proprietà organolettiche intatti.
Fu inventata nel 1680 dal poliedrico scienziato francese Denis Papin, tanto geniale quanto sfortunato, morì infatti in miseria nonostante le sue numerose invenzioni, peraltro snobbate dal grande Newton. In uno scritto del 1679 Papin chiamava la sua creazione “digestore” e ne illustrava le funzionalità parlando di un “processo per cuocere le ossa e qualsiasi tipo di carne con meno tempo e meno spese”.
Il frigorifero
Ad un altro francese si deve una delle invenzioni più utili della storia della tecnologia, che ha di fatto rivoluzionato completamente le modalità di conservazione degli alimenti, che fino a quel momento ci si limitava a mettere sotto sale, a essiccare o affumicare. L’ingegnere Ferdinand Carré insieme al fratello Edmond, nel 1860 ha realizzato il primo macchinario capace di produrre ghiaccio continuativamente, il cui funzionamento si basava sull’assorbimento del gas e sull’uso dell’ammoniaca come refrigerante.
La padella antiaderente
Recente ma utilissima invenzione, la padella antiaderente consente di cucinare evitando che gli alimenti si attacchino al fondo, ciò permette di cuocere limitando o anche escludendo del tutto l’uso di olio o altri condimenti. È il 1954 quando l’ingegnere francese Marc Grégoire dà vita alla prima “padella che non attacca”, escogita infatti un modo per unire l’alluminio al materiale detto politetrafluoroetilene o teflon. Poi, seguendo un suggerimento della moglie, prova a rivestire con quel materiale le padelle che verranno commercializzata, dal 1956, dall’azienda Tefal.
La macchina per il caffè espresso
Non poteva che essere un italiano l’inventore della macchina del caffè espresso. Il brevetto della prima macchina che produceva caffè istantaneo viene infatti depositato nel 1901 dall’ ingegnere Giuseppe Bezzera. L’imprenditore Desiderio Pavoni ne rimase entusiasta e decise di fabbricarla in serie. Il caffè prodotto con questo apparecchio aveva però sapore di bruciato a causa del vapore che veniva utilizzato. Tale inconveniente fu risolto da Giò Ponti che nel 1948 realizzò la “Cornuta”, la prima macchina del caffè espresso a caldaia orizzontale, dal design rivoluzionario. Successivamente Achille Gaggia apportò un ulteriore miglioramento alla macchina: inventò il sistema a pistone eliminando il vapore e diede così vita alla prima macchina capace di fare la famosa crema di caffè.
Le insalate già pronte
È il 1985 quando sui banchi del supermercato fanno la loro comparsa le prime insalate confezionate. Già tagliate e pulite, sono tra le invenzioni più gradite dai lavoratori, e soprattutto dalle lavoratrici, affamati di prodotti che richiedono poco tempo e facilità di preparazione e messi sul mercato proprio per venire incontro alle loro esigenze. Oggi le insalate pronte vengono spesso messe sotto accusa a causa del troppo rapido deperimento della verdura e per il rischio di intossicazione che comportano, dovuto alle alte concentrazioni di batteri e altri microrganismi patogeni che si rilevano nelle confezioni.
Il cavatappi
Il primo cavatappi della storia è inglese e fu brevettato nel 1795 dal reverendo Samuel Henshall.
Rispetto allo strumento regolarmente utilizzato fino a quel momento per aprire le bottiglie di vino, il modello di Henshall era formato da una vite o spirale, un manico e una sorta di dischetto posto tra le due parti, che serviva ad evitare di spingere il tappo troppo a fondo nel tentativo di estrarlo. Quasi un secolo dopo, nel 1880, un altro inglese, William Burton Becker, inventò il cavatappi a due leve.
La cucina a gas
Nel 1826 il britannico James Sharp brevetta la prima stufa a gas, una grande novità dopo secoli e secoli di stufe a legna e a carbone. Fu la scoperta di un gas ottenuto dalla distillazione del carbon fossile a permettere l’invenzione della cucina a gas e nel 1837, a Southampton, la sua fabbricazione su scala industriale. Nel 1851 Sharp mostra una delle sue macchine all’esposizione universale di Londra: l’invenzione fu accolta con grande entusiasmo ma solo a partire dal 1880 divenne un successo popolare.
Il mixer
Strumento indispensabile di ogni bar, ristorante o cucina, il mixer o frullatore è nato da un’idea di Herbert Johnston che nel 1914 mette a punto la prima “impastatrice” domestica. Il mixer nasce in effetti come elettrodomestico per panificare poi, nel 1917, viene adottato nelle cambuse di tutta la flotta americana. Successivamente Johnston ci rimette mano per adattarlo nelle dimensioni e nel meccanismo ad un utilizzo domestico. Si dice che la moglie, una volta visto, abbia esclamato “non importa come lo chiamate, quello che so è che è il miglior “aiuto in cucina” che io abbia mai avuto”, e che da qui abbia preso il nome la KitchenAid, una delle più importanti aziende produttrici di elettrodomestici.
Il tè in bustina
Non è inglese né tantomeno del sol levante l’inventore del tè in bustine: stranamente si tratta infatti di un americano.
All’inizio del ‘900 Thomas Sullivan, un giovane commerciante newyorkese, per ridurre i costi di trasporto del té, che veniva conservato e trasportato in contenitori di latta ingombranti e pesanti, decide di confezionare le foglie della pianta essiccata in piccole buste di seta, più leggere e quindi economiche. I suoi clienti, pensando che fosse un nuovo modo per preparare il tè, iniziarono a immergere direttamente le bustine nell’acqua e riscontrando un buon risultato cominciarono a richiedere sempre il tè in busta. Negli anni ‘30 i sacchetti di seta vennero sostituito da vere e proprie bustine di carta sigillate a caldo, grazie all’intuizione di William Hermanson.