Cosa è cambiato dal 2013 ad oggi?
Attendendo i risultati definitivi del 2018, occorre sottolineare che ad oggi rispetto al 2013, il valore della ristorazione nel nostro Paese è decisamente lievitato. Se nel 2013, questo business aveva un valore corrispondente a 46,5 miliardi di euro, complice anche una crisi non indifferente che in rapporto al 2012 aveva segnato un -4,1%, le stime indicano che alla fine del 2018, il settore varrà 60 miliardi di euro. In un quinquennio, di fatto, la ristorazione nostrana sarebbe andata incontro ad un vero e proprio boom, pari al 28,7%. E la cosa si evidenzierebbe anche nel mercato del lavoro: nel 2013, si registrava il segno meno con l’1,2%, mentre nel 2018 le stime indicano un’interessante crescita di dipendenti arruolati nel settore con un ottimo +12,7%. E ancor più interessante, numeri alla mano, considerare il ruolo che il business della ristorazione italiana ha in ottica europea: il fatturato italiano rappresenta la bellezza del 13,9% in tutto il Vecchio Continente.
Situazione lavoro nella ristorazione
Su questi numeri, va detto che i lavoratori stagionali incidono in maniera evidente. Ma è davvero incoraggiante tenere conto del fatto che nell’ultimo anno c’è stato un incremento del 2% dei contratti a tempo determinato e a tempo indeterminato per i lavoratori dipendenti nel settore della ristorazione. Il mestiere dello Chef, ed in particolare dell’Executive Chef che interagisce direttamente con i proprietari del ristorante o ancora del capo partita che si occupa della gestione di un completo settore culinario come carni, pesce, primi piatti, verdure è stato sdoganato. E su questo i programmi di cucina hanno avuto un ruolo determinante, come dimostra il numero crescente di apprendisti, disposti a fare una lunga gavetta, magari anche all’estero, pur di farsi un nome nel settore della ristorazione.
Non mancano i problemi ciclici
Non è però tutto oro quello che luccica. In quanto a digitalizzazione del settore, l’Italia è ancora anni luce indietro. Per molti ristoranti, pub, pizzerie, il ricorso alle tecnologie digitali per gestire le comande o l’utilizzo della fatturazione elettronica è davvero nullo. Se soltanto 40 imprese su 100 ci puntano, urge constatare che il divario europeo è ancora piuttosto evidente.
Conclusioni
Tirando le somme, la ristorazione è considerata all’unisono una delle punte di diamante dell’economia italiana. Di sicuro uno dei settori trainanti. L’Italia è nell’immaginario collettivo perfetta espressione di buon cibo e di buon vino. Per questo motivo, il collegamento del mondo della ristorazione è molto evidente con quello del turismo, specialmente quello enogastronomico. Lo dimostra il fatto che il numero di turisti che amano star bene a tavola e che scelgono durante l’anno il Belpaese come meta delle loro destinazioni, nel giro di un anno, è quasi raddoppiato. E la ristorazione ha avuto di sicuro un ruolo decisivo su questo aspetto.